Rileggere grandi libri in periodi distanti della propria vita permette spesso di apprezzare fino in fondo pagine che, a prima lettura, non avevano potuto rivelare appieno la loro potenza. Questo frammento da un romanzo di Aldous Huxley, riletto oggi, nella situazione in cui tutti ci troviamo, mi sembra meritevole di riflessione: “Non si può far nulla di efficace se la persona non fa una scelta, se non vuole collaborare nelfare ciò che è giusto.
Ad esempio, bisogna aiutare un essere umano che sta morendo di malaria. Ma, in pratica, non si può far nulla se quello rifiuta di mettere zanzariere alle finestre e se ne va a zonzo al crepuscolo dove c’è acqua stagnante. Lo stesso vale per quanto riguarda le malattie della politica. Bisogna aiutare le persone, se si trovano ad affrontare guerre, rovina o schiavitù, se sono sotto la minaccia di una rivoluzione improvvisa o di una lenta degenerazione.
Bisogna aiutarle. Ma non si può, se insistono a continuare nel loro errore. Ad esempio, non si possono proteggere le persone dagli orrori della guerra, se non rinunciano alle gioie del nazionalisno. Non si possono salvare dai momenti di crisi e di depressione economica, se insistono nel pensare solo al denaro, a vedere nel denaro il bene supremo”. (Alldous Huxley, Dopo molte estati muore il cigno, Traduzione di Catherina McGilvray, Cavallo di ferro, 2010).
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