Il dipinto qui riprodotto raffigura (con una pennellata svelta e sintetica) la regione Castello di Asigliano Vercellese. Lievemente sopraelevata, ostenta la Chiesa Parrocchiale e un bell’edificio ottocentesco, oltre alle case rurali. Il tema è stato osservato e dipinto dalla curva che, terminato il declivio dal Castello, piega imboccando la strada rettilinea che conduce a Pertengo (regione Cantone). Il perimetro del Castello era (e credo sia tuttora) da quella parte tracciato da una stradina che raggiungeva la chiesa dalla parte dell’abside. Caratteristico è il campanile un po’ tozzo, oltre il quale si vedono, nel quadro, le chiome dei platani secolari del giardino grande (purtroppo defunti). Confesso che, di primo acchito, avevo pensato che fosse un Porta. Non lo è, ma l’autore sapeva il mestiere. La sua firma, apposta in basso a destra, è un monogramma in cui è possibile decifrare il cognome, mentre la lettera iniziale del nome (forse una “C”) sottolinea la firma: “Simeone”. Ho subito interrogato l’onnisciente (in campo di storia asiglianese, non ha rivali) Antonio Dattrino (amico d’infanzia carissimo), il quale ha istantaneamente e senza il minimo sforzo ricordato il pittore Simeone che, fidanzatosi e poi sposatosi con una delle avvenenti ragazze del paese, aveva abitato per alcuni anni ad Asigliano. Poi, in cerca di miglior fortuna, era ritornato alle sue origini meridionali, portando con sé la moglie. Dattrino a memoria non ha altro, ma mi ha promesso che farà ricerche per trovare qualche traccia dell’artista presso gli asiglianesi più anziani (come lui e me). Pubblico una fotografia del quadro nella speranza che qualcuno ricordi il pittore C. Simeone e me ne dia notizia.
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