Nella mia modesta collezione di Novecento vercellese (scusate, non ho un Picasso e nemmeno un Morandi) l’autore meno remoto nel tempo è Francesco Rinone (1901-1982), et pour cause: raccolgo solo paesaggi inanimati (detesto le figurine, le pecore, le oche e le galline nei cortili…), ed è difficilissimo trovare paesaggi ben dipinti da quando, nell’arte, lo studio del disegno, della prospettiva, della luce, delle ombre portate, etc. è diventato un inutile fardello. Unica eccezione, nel mio personalissimo filtro degli artisti nati sotto le guglie del Sant’Andrea dopo Rinone, è quella rappresentata da Gastone Cecconello, mio coetaneo (1941 io,1942 lui). Invece di spiegare perché l’ho scelto, vi faccio vedere due suoi “boschi”. E ditemi che sbaglio! PS Stimo moltissimo anche Fiorenzo Rosso, ma è inafferrabile.
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