Il giorno 1 dicembre 2010 alle 22.15, Angelo Gilardino è stato ospite di Oreste Bossini nella trasmissione Radio Tre Suite. Nel corso della trasmissione, il musicista vercellese, ha presentato il libro “La Chitarra”
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Mi permetto di rinnovare un’informazione che avevo già dato mesi fa, relativa alla pubblicazione di un nuovo libro sulla chitarra: pubblicazione che – rimandata per questioni di permessi riguardanti l’iconografia – adesso è imminente. Uscirà infatti a settembre – e verrà distribuito nelle normali librerie, non soltanto nei negozi di musica – un mio lavoro intitolato semplicemente “La chitarra”. L’ho scritto su commissione delle Edizioni Curci di Milano. L’editore intende creare una collezione di volumi intitolata “Lezioni private” (se volete sapere il perché di questo titolo, non rivolgetevi a me). Ciascun volume sarà dedicato a uno strumento e, ch’io sappia, è in programma la pubblicazione di una prima serie di quattro volumi; tocca alla chitarra aprire la serie: si vede che l’editore crede nella popolarità del “nostro strumento” e, forse, un poco anche nella penna dell’autore al quale ha affidato il compito di scrivere il primo libro.
Ogni libro che non sia un romanzo o una raccolta di poesie si scrive pensando a una tipologia di lettori. Questo volume non fa eccezione. E’ stato scritto supponendo che , a leggerlo, non siano chitarristi già consci del loro repertorio, ma musicisti che – avendo formato la loro conoscenza della storia della musica nei tradizionali percorsi scolastici – della musica per chitarra non sanno niente; oppure – e non di meno – ascoltatori che hanno dimestichezza con il repertorio orchestrale sinfonico e con la musica da camera e per pianoforte – di rado si imbattono – disorientati – in un concerto di chitarra o nel CD di un chitarrista. A farla breve, questo libro è stato scritto per chi ama la musica ma non suona, né conosce, la chitarra.
Il rivolgersi a questa tipologia di lettori richiede ovviamente l’uso di un linguaggio appropriato. Quindi, niente lezioni accademiche scritte con il lessico musicale che escluderebbe dalla comprensione – se non il pianista o il direttore d’orchestra – l’avvocato, l’ingegnere, il perito chimico. Diciamo che, con un po’ di sforzo, questo libro lo potrebbe leggere persino il vostro portinaio (magari, consegnandovi la posta, vi chiederà che cosa vuol dire “atonale” – un termine che non ho potuto non impiegare, ma l’ho fatto il più raramente possibile _- e allora voi gli direte semplicemente: dei suoni che si comportano come corpi in uno spazio privo della forza di gravità).
Le 230 pagine del libro sono quindi una finestra spalancata sul panorama della musica per chitarra a sei corde (non avevo spazio per la chitarra barocca) e presentano autori e opere in modo da fornire al lettore i mezzi per ascoltare un chitarrista – in carne e ossa o in registrazione – senza trovarsi spaesato e pieno di dubbi. Naturalmente, non ho trattato tutti gli autori nello stesso modo: nel caso di compositori la cui opera e la cui biografia sono facilmente accessibili nelle corrispondenti voci dei vari dizionari della musica, e che hanno scritto anche un pezzo per chitarra, ho parlato dell’opera chitarristica e non della loro vita; mentre, dei chitarristi-compositori dei quali nei dizionari si trova poco o nulla – e magari quel che c’è è impreciso – ho tracciato profili biografici che mirano a rendere le loro figure vive e ben caratterizzate, in modo da permettere a chi legge di farsi un’idea riguardo ai personaggi.
Chi compera un libro del genere è verosimilmente interessato a sapere, della chitarra, qualcosa che – quando legge o sente il nome Regondi o il nome Barrios – non lo induca alla manzoniana domanda: “Carneade, chi era costui?”.
Mi domanderete, a questo punto, perché mai io pubblichi questa nota informativa su un forum di chitarristi – i quali invece il repertorio del loro strumento… Ecco, accade che, come membro (coatto) di commissioni d’esame di diploma in conservatorio, io abbia afflitta contezza di quel che è il grado di conoscenza che i diplomandi hanno degli autori e delle opere del repertorio della chitarra. Credo quindi che gli allievi dei conservatori e delle scuole di musica potranno giovarsi di questo libro come di una sorta di compendio o pro-memoria per quello che sicuramente dovrebbero sapere e che probabilmente già sanno. E, se non lo sapessero…
E’ la prima volta che mi cimento in un lavoro divulgativo. Conto sulla saggezza, sulla buona volontà e, perché no?, anche sull’ironia dei miei colleghi dotti, che formuleranno le più svariate ipotesi sui motivi che mi hanno spinto a tentare quest’avventura. Potrei cercare una scappatoia elegante, dicendo che mi sono divertito a scriverlo, questo libro, ma mentirei: adattarmi alle esigenze imposte dal dover parlare di musica per chitarra a dentisti e a clarinettisti è stato sicuramente più difficile che comporre il Quintetto per chitarra e archi. Quindi, se questo libro lo riceverete con favore, e farete in modo che l’editore sia obbligato a ristamparlo una dozzina di volte, io sarò molto contento. Magari, mi renderete addirittura famoso: fate pure, ci tengo moltissimo ad “andare in tivu”…
Angelo Gilardino