La colpa è di Andrea De Vitis, uno degli interpreti che maggiormente stimo, il quale mi ha suggerito di scrivere un pezzo in memoria del grande chitarrista e liutista britannico Julian Bream, mancato lo scorso agosto. Come deluderlo? Impossibile. E allora, di nuovo all’opera. Chiunque componga oggi un epicedio per chitarra, se non è un girometta della montagna, sa benissimo quale rischio corre: la lapide granadina del 1920 fa ombra a chiunque. Quindi, o si è capaci di alzarsi in un volo molto alto, o si fa la figura del cioccolataio. Posso solo dire che lo sapevo e lo so perfettamente, e che mi sono preso tutti i rischi. Se io adesso mi trovi oltre le meteore o se mi sia fatta provvista di giandujotti per qualche anno, è domanda la cui risposta lascio ai chiaroveggenti e ai posteri.
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