Quello che non ho mai fatto (e che non farò mai) come musicista.

1) Non ho mai chiesto a un solista, a un direttore, a un gruppo, di includere la mia musica nei loro programmi.

2) Non ho mai accettato, né tanto meno offerto, scambi, invitando o facendo invitare concertisti pronti a eseguire le mie composizioni.

3) Non ho mai chiesto a editori di musica o a direttori di case discografiche di pubblicare le mie opere.

4) Non ho mai chiesto a un critico di recensire un mio lavoro.

5) Durante le mie lezioni, non ho mai commentato negativamente il lavoro o la figura professionale di un collega.

6) Non ho mai chiesto a un liutaio un’agevolazione nell’acquisto di uno strumento, e di quelli che mi sono stati regalati (senza che io avessi manifestato il minimo desiderio di riceverli) ho subito a mia volta fatto dono a qualcuno che ne abbisognava, informando di ciò il donatore.

7) L’unica domanda di lavoro che ho avanzato in vita mia è stata quella intesa a ottenere, nel 1981, la cattedra di chitarra al conservatorio di Alessandria; ottenutala, non ho mai chiesto trasferimenti.

8) 25 anni fa (circa) ho annunciato che non avrei più accettato inviti a far parte di giurie di concorsi di chitarra e ho tenuto fede a questo proposito.

9) Ho rinunciato a perseguire per vie legali i miei diffamatori e calunniatori anche quando risultava in piena evidenza che avrei potuto farli condannare sia in sede penale che civilmente, e ho parimenti rinunciato a compensi professionali pattuiti contrattualmente e poi non corrispostimi da organizzatori fraudolenti.

Mi sento meritevole del paradiso? Nemmeno un po’ (non per questo, comunque). Mi considero un po’ grullo e demodé? Neanche per sogno. E allora? E allora, ci sono delle cose che non ho mai fatto, che non faccio e che non farò mai. “Codesto solo oggi possiamo dirti,/ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”.