Opere-emblema

Non mi piacciono – anzi mi infastidiscono – domande quali: “Se dovessi trascorrere un lungo tempo su un’isola deserta, quali libri (o musiche da ascoltare) porteresti con te?”. Credo sia altra cosa il domandare a qualcuno – o a sé stessi, se si è compositori,scrittori, pittori, poeti, etc. – se, nel catalogo di un autore – sia egli prodigo come Villa–Lobos o un po’ taccagno come Falla – vi sia un’opera che più di tutte le altre riunisce le caratteristiche della sua immaginazione musicale e del suo stile. Rivolta a me, siffatta domanda ha ottenuto in prima risposta un lungo silenzio, e poi un’ipotesi – non più di un’ipotesi. Non ho certezze, ma in questo lavoro trovo molto di me stesso: non tutto – ciò è impossibile – ma “tanta roba” (come si dice oggi con un’espressione non ancora divenuta odiosa). Si badi bene, non intendo emettere giudizi di qualità a favore di questa composizione a scapito delle altre.

Voglio solo dire che, come emblema della mia opera, mi può star bene. Eccola: